1994 MONDIALI PERU’

 

Questo racconto è una storia vera tratta da una raccolta di memorie. Si tratta di una Avventura che può diventare una piacevole lettura per chiunque, perché ci sono emozioni, viaggi, scoperte, esperienze, che raccontano i momenti di un atleta che affronta una trasferta Mondiale con molti retroscena.

E’ suddiviso in 12 parti ognuna con un proprio significato. Il consiglio è di seguirlo dall’inizio in ordine crescente, perché ogni parte è direttamente collegata.

 

INDICE:

PARTE 1 - “INTRODUZIONE”

PARTE 2 - “DALL'ALTRA PARTE DEL MONDO”

PARTE 3: - “IL POSTO MISTERIOSO”

PARTE 4: - “LA PREPARAZIONE”

PARTE 5: - “L’INGRESSO IN ACQUA, TRA MISTERO E PAURA”

PARTE 6: - “I PESCI DEL PERÙ”

PARTE 7: - “GLI EPISODI NEGATIVI”

PARTE 8: - “IL CAMPIONATO PIU’ BELLO”

PARTE 9: - “1° GIORNO DI GARA”

PARTE 10: - “PAUSA PERICOLOSA”

PARTE 11: - “2° GIORNO DI GARA”

PARTE 12: - “CONCLUSIONI”

 

1 mondiali 94INTRODUZIONE: Era giunto il momento in cui il sogno si avvera. Stavo partendo per il mio primo Campionato del Mondo in Oceano, dall’altra parte del pianeta, ero abituato solo al Mediterraneo quindi vivevo un misto di curiosità e preoccupazione. C’era da abbandonare la famiglia, gli amici e le abitudini come sempre accade, ma quella volta era ancora più impegnativa del solito, la gara era 40 giorni dopo. Non è facile abbandonare tutto, ma devi imparare a gestire anche questi momenti quando sei in Nazionale. Questa è una delle mille sfaccettature che possono fare la differenza tra un atleta e un altro che a livello tecnico e fisico sono sullo stesso piano. I fattori emotivi sono molto condizionanti e possono cambiare le capacità di una persona sia in meglio che in peggio. Se il distacco con le proprie abitudini e le proprie certezze viene vissuto male porta a delle crisi che poi incidono in negativo. Se il distacco è qualcosa che viene accettato e vissuto come uno stimolo positivo, può portare ad avere più determinazione. Chi non lo ha mai vissuto in prima persona, è difficile possa capire quanta intensità può colpire l’animo di un atleta, specialmente se ci si aggiunge la tensione di una gara importante e misteriosa. Se poi per un qualche impensabile motivo tu sapessi a quali pericoli vai incontro e a quali critiche ti dovrai esporre, allora immagino che in molti rinuncerebbero. Per fortuna ancora non era e non è possibile leggere nel futuro e anche quella volta partii con l’incoscienza di affrontare una nuova avventura fino all’altro capo del mondo sulla costa dell’Oceano Pacifico in Sud America. IL volo da Roma era diretto a Lima in Perù. Partimmo in tre, ovvero la squadra titolare, Renzo Mazzarri, Stefano Bellani, Marco Bardi. Inizialmente eravamo solo in tre per anticipare i nostri tempi di ambientamento dato che avremmo gareggiato, ma poco dopo ci avrebbero raggiunto anche il Capitano Elvio Bortolin e le tre riserve della squadra, Giovanni Zito, Maurizio Ramacciotti e Guerrino Casini. Eravamo emozionati perché tutti e tre componenti della squadra Campione del Mondo in carica, ma sapevamo che l’Oceano era una bestia nera da sempre. Prima di noi, tutti i nazionali Italiani del passato avevano assaporato le batoste dell’oceano e si raccontavano storie simili a quelle degli incubi. Chissà cosa ci attendeva?

 

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CONTINUA con la parte 2 “DALL’ALTRA PARTE DEL MONDO

 

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