PAUSA PERICOLOSA.

 

10 mondiale 94Terminata la prima giornata era il momento delle valutazioni e ci confrontammo già prima delle pesature. Poi visto il massacrante ritmo in acqua torbida e fredda e considerata la posta in palio, il CT ci consigliò di andare a riposarci che alle pesature ci avrebbe pensato lui insieme ai nostri assistenti. Stanco morto e ancora con la testa nella gara entrai distratto in camera a luci spente e urtai con la punta del piede alcune aste di fucile appoggiate nell’angolo della stanza. Stanco e teso dalla gara ebbi la reazione spontanea di abbassarmi e portare le mani avanti per proteggermi dall’oggetto che avevo sentito spostarsi verso di me. Il caso volle che con il piede colpissi la base di un’asta tahitiana e di conseguenza la punta dell’asta si inclinasse verso di me. Morale, nell’abbassarmi per cercare di prendere l’oggetto con le mani, mi ritrovai la punta dell’asta conficcata nell’ occhio destro. Accusai poco dolore, ma solo un rumore simile ad un palloncino pieno di acqua che viene bucato da un chiodo, però mi resi conto della gravità. Era ancora buio in camera e non avevo il coraggio di aprire l’occhio. Sentivo un liquido caldo sgorgare nella mano appoggiata all’occhio ferito e il mondo mi crollò addosso. Con il cuore in gola mi avvicinai al bagno e accesi la luce tenendo l’occhio sano aperto. Quasi non volevo guardare, ma alla fine lo feci con il cuore in gola, mentre guardavo il copioso sangue vivo nella mano e intorno all’occhio che tenevo tappato. Tolsi lentamente la mano aspettandomi di non vedere niente, invece ci vedevo ma offuscato. Ci misi una decina di eterni secondi prima di capire che vedevo male a causa del sangue, poi una volta sciacquato il viso mi resi conto con enorme sollievo che vedevo bene e la ferita era accanto all’occhio ma non lo aveva colpito. Ripresa coscienza della situazione, il primo pensiero fu quello di andare a chiedere aiuto. In poco tempo MAURIZIO SCHIAVON il dottore Federale che era con noi, mi prestò le prime cure e s’informò su dove potevamo andare per un intervento più accurato. In Hotel ci consigliarono la grande azienda Americana che aveva un pronto soccorso al suo interno, dato che ci lavoravano tante persone. Andammo subito la e si dimostrarono molto efficienti. Mi fecero una accurata visita dicendo che non c’erano danni di alcun tipo e bastava qualche punto di sutura. Gli chiesi se potevo entrare in acqua il giorno dopo e mi aspettavo che me lo vietassero, invece mi applicarono allo scopo un cerotto spry molto potente che come una colla si plasmò intorno all’occhio e si solidificò in un attimo. Il CT e il Dottore però preferivano farmi desistere dalla gara. C’era anche la preoccupazione di un calo di concentrazione e di motivazione, ma io non la sentivo e assicuravo tutti che stavo bene e che volevo andare fino in fondo. Era un rischio farmi gareggiare, ma tutti i miei compagni e il CT sapevano che ero un combattente e non mollavo tanto facilmente. In ogni caso venne allertata la sostituzione con la riserva. La decisione era rimandata alla mattina successiva in base a come stavo.

 

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