2° GIORNO DI GARA.

 

 

11 mondiale 94La mattina mi sentivo bene, avevo solo un poco di dolore vicino all’occhio, ma me la sentivo di fare la gara e convinsi tutti. Avevo messo in preventivo anche il fatto che la maschera con la pressione mi avrebbe fatto ventosa e avrei sentito più dolore, ma ero motivato e non mi preoccupava il dolore. Dopo le valutazioni del primo giorno e anche confrontandoci tra noi, scelsi di modificare la tattica di gara. Lasciai intatta solo la partenza sempre su un rimonto bello che  ospitava più tipi di prede. Avevo una barca lentissima e ci arrivai dopo 30 minuti dalla partenza. Sul punto c’erano già troppi altri atleti e decisi di non fermarmi, cambiai al volo programma e mi spostai più avanti su una zona mista. Mi buttai in acqua deciso a pescare  come meglio aveva reso il giorno prima. Entrai in acqua che erano passati già 45 minuti, ma iniziai a catturare pesci con regolarità e dopo poco arpionai anche un bel PERRO che a momenti strappavo perché colpito con un tiro lungo e difficile. Lo portai in superficie che sbatteva e si stava liberando dall’asta. Non potevo afferrarlo tranne che abbracciandolo al petto  e stringendolo forte. Urlai a Giovanni di avvicinarsi e quando capì la situazione si sporse dalla barca ed eroicamente avvicinò la mano alla bocca del pesce che era l’unico punto afferrabile. Il PERRO non gli dette nemmeno il tempo di pensare a come mettere la mano, lo anticipò afferrandola con una morsa canina e nonostante il guanto, i denti appuntiti fecero presa. Capii subito che il pesce era salvo, infatti non mollava più, proprio come un molossoide, mentre Giovanni soffriva, ma cercava di non darlo a vedere, intanto mi lanciava con la sinistra un altro fucile, dicendomi “pesca qui ci penso io”. Mentre respiravo in superficie lo guardavo e capivo il suo dolore, ma la sua forza di volontà mi dette ancora più carica. Era ferito seriamente e  perdeva sangue, ma da buon siciliano è stato "MUTO" - Su questo episodio negli anni a venire ci siamo fatti un infinità di risate.

11b mondiale 1994Pescavo con un ritmo indemoniato e sparavo spesso. Avevo dolore continuo all’occhio, ma il ritmo e la forza di volontà spesso me lo facevano dimenticare. Avevo ideato un sistema migliore per posizionare i pesci, dato che non potevamo per regolamento attaccarli alla boa e nemmeno in cintura. Il primo giorno questa mancanza di esperienza, ci aveva fatto perdere molto tempo perché ogni cattura la dovevi passare a bordo e questo portava via tempo prezioso dato che si ripeteva spesso. Avevo chiesto al giudice di gara se era possibile usare un sistema che ritenevo  valido per guadagnare tempo e mi era stato acconsentito come del resto a tutti. Avevo quindi realizzato 2 boe con monofilo da 160 con all’estremità uno spillo porta pesci corto che inserivo in cintura. Preso il pesce, lo passavo nello spillo e andava in sagola, quindi era una specie di lunghissimo porta pesci e al tempo stesso sagola per la boa. L'unico problema era che rischiavi che qualche foca ti portasse via tutto e inoltre faceva attrito, per cui ogni 5 prede catturate, facevo avvicinare la barca che lanciava l’altra boa con il relativo spillo e io gli passavo quello che avevo, così si guadagnava tempo prezioso. Mentre pescavo mi ero reso conto che dovevo seguire il flusso del pesce e non soffermarmi nelle zone belle. Infatti il pesce si spostava velocemente con la marea e se rimanevi fermo in un punto, lo vedevi scomparire. Questa tattica, unita al grande ritmo, mi portò a dimenticarmi della ferita all’occhio, del dolore, delle fatiche e di ogni altra negatività, invece mi dette una carica incredibile per cui volavo in acqua con una concentrazione impeccabile. Persi il conto delle catture e a fine gara avevo un bottino magnifico, uno dei migliori di giornata.

Peccato che mi scartarono di pochi grammi circa 20 prede, ma nonostante questo ero terzo di giornata.

Nella classifica definitiva conclusi al 7° posto, ma con un buon punteggio totale, tra me e il terzo classificato c’erano pochi pesci di differenza. Potevo imprecare contro la sfortuna dei pesci scartati, di mille altri inutili alibi, ma la verità è che se non avessi buttato via tempo soprattutto il primo giorno, potevo essere sul podio. Per cui presi subito coscienza del mio errore, ma in ogni caso la consapevolezza di avere fatto una bella gara, nonostante le difficoltà, mi rese contento. I miei compagni di Squadra collezionarono un 6° posto con Mazzarri e un 10° posto con Bellani. Nella classifica per nazioni eravamo la 3° classificata dietro a Spagna e Cile, tra l’altro a pochissimi punti dai Cileni che in Mediterraneo  facevano male, ma in oceano erano tra i favoriti.

 

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