Reflusso Esofageo e acidità di stomaco in Apnea
Il Reflusso Esofageo e l’acidità di stomaco in immersione, sono direttamente collegati tra loro. Esofago e stomaco sono separati da una valvola, che ha il compito di impedire al contenuto dello stomaco di tornare nell’esofago. Quando la valvola non chiude bene, il contenuto dello stomaco può raggiungere la mucosa dell’esofago e si crea il fastidioso dolore di acidità per via dell’azione lesiva dell’acido e degli enzimi contenuti nel succo gastrico.

Ci sono persone che accusano una crescente acidità di stomaco durante l’immersione in apnea. Le cause possono essere di più tipi ma il problema è che spesso sono in concomitanza tra loro e rendono ancora più fastidiosa questa patologia. Vediamo le cause principali e gli eventuali accorgimenti.
Durante l’immersione In Apnea, con l’aumento della profondità, la pressione intratoracica aumenta notevolmente. L’esofago, a causa della depressione che si viene a creare, succhia il contenuto gastrico, generando un reflusso.
La Postura capovolta con la testa verso il basso limita la chiusura della valvola, per cui facilita il reflusso soprattutto sui soggetti poco abituati o che praticano saltuariamente l’attività. In questo caso i succhi gastrici passano più facilmente dallo stomaco all’esofago e non vengono poi trattenuti.
La Componente Soggettiva Incide molto, infatti ci sono persone che già soffrono di reflusso acido o hanno problemi gastrici sulla terra – per cui in immersione possono essere più suscettibili. Ci sono persone che nonostante non fanno attenzione, non hanno mai problemi, per cui è chiaro che c’è anche una importante componente fisiologica soggettiva. Una causa può essere la malformazione della valvola epigastrica che non chiude bene e crea un abbondante reflusso esofageo. Questa disfunzione è fisiologica e non è facilmente risolvibile.
L'attività intensa di apnea, può aumentare la pressione intra-addominale, favorendo il reflusso. Questo sia per l’aumento di acidità prodotto dall’intensa attività fisica che dal mancato rilassamento, ma anche dalla maggiore frequenza in cui si ha una posizione capovolta.

L’Assunzione di sostanze inadeguate, come ad esempio alimenti ricchi di grassi e proteine che sono difficili da digerire, oppure sostanze molto acide, causano problemi digestivi, acidità gastrica, facilità di reflussi anche durante la vita quotidiana, per cui possono favorire il processo durante l’immersione. Grassi e proteine sono nutrienti utili, ma peggiorano la fase digestiva. Il cioccolato, è considerato energetico, ma incentiva l’acidità di stomaco. Il latte crea molta acidità, mentre a differenza di quanto viene spontaneo credere, acqua e limone riduce il rischio di acidità, perché, pur essendo un frutto acido, si trasforma in una sostanza alcalina nello stomaco, neutralizzando l'eccesso di acido. Sono da evitare arance e pomodori, brodo di carne, alcolici, caffè, thè, cioccolato, tutte sostanze che possono aumentare l’acidità e inibire la valvola di ritenuta.
L’Aspetto psicologico non è da sottovalutare, infatti se si ha uno stato di ansia, è più probabile causare una gastrite latente.
Una respirazione inadeguata, potrebbe portare ad inghiottire una piccola quantità di aria nello stomaco fin dalla superficie, per cui questa aria inghiottita, tende a fuoriuscire favorendo l’apertura della valvola.
Un’ernia gastrica iatale seppur presente in poche persone - si manifesta in una porzione terminale dell'esofago e potrebbe peggiorare la situazione. Questo è un problema fisiologico che si manifesta anche nella vita quotidiana con bruciore di stomaco, rigurgito, difficoltà nella deglutizione di alimenti e liquidi e a volte anche dolore toracico, alito cattivo, eruttazioni frequenti, nausea dopo i pasti, irritazioni continue di addome. Nel caso si hanno dubbi su una potenziale ernia iatale, può essere indagata e risolta con visita dallo specialista con eventuale gastroscopia o altri esami.
Comunque per chi soffre di reflusso Esofageo, il proprio medico può prescrivere farmaci per ridurre la produzione di acido nello stomaco o per migliorare lo svuotamento gastrico. Di solito sono risolutivi o almeno aiutano abbastanza. Ad ogni modo è sempre conveniente una prevenzione.

Consigli di Prevenzione:
- Il sovrappeso o l'obesità possono peggiorare il reflusso, quindi mantenere un peso corretto può aiutare.
- Fare attenzione all’alimentazione evitando cibi non adatti. Mangiare poco e spesso è molto meglio che pasti abbondanti. Cercare di avere orari abituali e regolari nell’alimentazione
- Masticare bene gli alimenti e mangiare lentamente. Non andare a dormire subito dopo aver cenato ma attendere almeno 30 minuti, meglio se con una passeggiata.
- Conviene sempre iniziare gradualmente e in modo rilassato, perché favorisce una buona apnea e limita molto il rischio di reflusso.
- Assumere poco alcol soprattutto dalla sera prima dell’immersione e durante l’attività, bere spesso acqua semplice a piccole dosi.
- Assumere pochi caffè ed evitarlo subito prima dell’immersione perché favorisce la secrezione gastrica.
- Evitare bibite gassate che oltre all’alto contenuto di zuccheri di pessima qualità, introducono molta aria nello stomaco.
- Non fumare perché la nicotina rilassa i muscoli del tubo esofageo e ne limita la tenuta.
- Evitare respirazioni che tendono a riempire troppo i polmoni. Purtroppo nel caso di reflusso, conviene limitare la prestazione e recuperare una condizione di piacere, altrimenti con il manifestarsi del dolore l’apnea comunque ne risentirebbe ma a quel punto si avrebbe anche il reflusso, l’acidità e il dolore.
- Evitare costrizioni a livello addominale – come ad esempio una cintura di zavorra troppo stretta, oppure anche una muta particolarmente stretta in vita. La cintura è meglio posizionarla sul bacino e più in basso possibile.
- Una regolare funzione intestinale favorisce il corretto funzionamento dell’apparato gastrico.
- Quando il disturbo si manifesta, prima che diventi insopportabile rilassarsi e respirare molto lentamente per un paio di minuti in posizione verticale con la testa in alto dopo avere bevuto un piccolo sorso di acqua.
- Anche chi non soffre di questa patologia è bene che la conosca a fondo e ne rispetti la prevenzione, perché può manifestarsi anche in forma più grave nel tempo.
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SQUALI PERICOLOSI & MOLTO ALTRO
Basta nominare SQUALO per pensare subito ad un animale famelico e divoratore di uomini. Se poi ci si immerge nel blu, la sensazione è ancora più intensa. Il mare aperto incute terrore fin dall’antichità e nel periodo moderno alcuni film con gli squali, hanno condizionato l’inconscio di molte persone.

Paradossalmente lo squalo dovrebbe stare al vertice della catena alimentare e invece cede il primato all’uomo, perché il rapporto è imparziale. Le uccisioni di squali da parte dell’uomo sono valutate in circa 100 milioni di esemplari ogni anno, anche se il numero va diminuendo, mentre gli attacchi mortali documentati di squali verso l'uomo, sono circa 5 all’anno in tutto il mondo. Sono molte di più le morti per aggressioni da cani domestici e questo fa riflettere.
COME SI COMPORTA LO SQUALO:
In genere il morso di uno squalo è esplorativo perché ha la necessità di accertarsi di cosa si tratta, quindi di solito non attacca in modo diretto. Ciò non significa che è certo l’allontanamento, ma ci sono buone probabilità.
LE PRINCIPALI SPECIE PERICOLOSE:
Va premesso che se andiamo a cercare sul web quante sono le specie pericolose, rischiamo di trovarne un numero superiore alla realtà, perché spesso vengono considerate pericolose anche specie che sono solo “Potenzialmente Pericolose” ovvero che potrebbero attaccare l’uomo o lo hanno fatto, ma solo perché c’erano condizioni particolari che andavano a sollecitare la loro aggressività.

IL GRANDE SQUALO BIANCO (Carcharodon carcharias) è senza dubbio il più famoso. Intorno a questo grande squalo circolano molte storie anche in Mediterraneo, ma poche sono documentate. Queste storie sono spesso considerate come il frutto della fantasia o di altri interessi. Si può confermare che dal 1940 in poi - sono stati catturati alcuni esemplari di squalo bianco in Mediterraneo documentati da vecchie foto in bianco e nero, ma negli ultimi 30 anni la cattura di questa specie è notevolmente diminuita fino quasi ad annullarsi.

LO SQUALO TIGRE (Galeocerdo cuvier) è una specie territoriale il cui nome evoca senza dubbio una certa preoccupazione ed infatti è uno squalo imprevedibile che mangia di tutto quando è affamato. Conosciuto dai marinai di ogni epoca è sempre stato il terrore dei mari. Non è presente in Mediterraneo anche se qualche segnalazione è stata fatta, ma dato che si tratta di pochi casi, confusi e non dimostrati, si ritiene sia il frutto della fantasia o della non conoscenza della specie.

LO SQUALO LEUCA (Carcharhinus leucas) è quello che più si avvicina alle coste, ma al momento non ci sono mai state segnalazioni documentate di avvistamenti nel Mediterraneo, mentre negli Oceani ci sono state nel corso dell’ultimo secolo circa 20 aggressioni documentate.

LO SQUALO LONGIMANUS (Carcharhinus longimanus) è una specie che vive in oceano molto al largo e la sua fama la deve all’aggressione di naufraghi specialmente durante la 2° guerra mondiale, ma sempre in mezzo all’oceano e in condizioni “particolari” con sangue e detriti dei resti di navi. Sono poche le segnalazioni di attacchi diretti nel corso dei decenni. Non vive in Mediterraneo perché preferisce acque costantemente temperate e profonde.

LO SQUALO MAKO (Isurus oxyrinchus) vive quasi esclusivamente in oceano anche se negli ultimi decenni ci sono stati alcuni avvistamenti documentati in Mediterraneo. Può raggiungere i 4 metri ed ha una dentatura micidiale, inoltre è molto dinamico e può percorrere ampie distanze in poco tempo e fare balzi fuori dall’acqua anche di alcuni metri. Gli attacchi documentati sono pochi.

LO SQUALO MARTELLO: (Sphyrnidae) ha registrato rari attacchi all’uomo, ma trattandosi di una specie che vive in branchi numerosi e con dimensioni di tutto rispetto, va spesso a collocarsi tra quelli in evidenza. È presente solo nel sud del Mediterraneo. Molti subacquei hanno nuotato in mezzo a branchi di squalo martello filmandoli in affascinanti caroselli.

LO SQUALO AZZURRO O VERDESCA (Prionace glauca) è tra i più presenti in Mediterraneo tra quelli considerati pericolosi, ma va contestualizzato perché nei rari casi di attacchi, c’è sempre stato qualcosa che stimolava l’aggressione, come sangue – pasture – oggetti luccicanti in movimento, che sembrano pesci in fuga. Di solito è raro che si faccia anche solo avvicinare. Inoltre è sempre più ricercato dalla pesca professionale e non vive un periodo di prosperità.
Guarda qui il video dove racconto il mio incontro con le verdesche.
MINACCE PER GLI SQUALI:
Se qualche decennio fa l’incontro era difficile ma possibile, negli ultimi anni è diventato raro anche nelle zone più ideali. In questo ultimo periodo, alcune specie hanno perso più del 80% dei loro individui. Tra le cause principali la pesca eccessiva, dove l’Italia rappresenta uno dei maggiori consumatori mondiali di carne di squalo che spesso mescolata insieme ad altri pesci o veduta come altra specie. Il commercio illegale delle pinne considerate come un potente afrodisiaco, ha aumentato la richiesta. Inoltre, il crescente inquinamento, con nano plastiche e metalli pesanti sta accrescendo il pericolo di estinzione.
COME COMPORTARSI SE SI INCONTRA UNO SQUALO:
Il consiglio più conosciuto è di stare fermi per non eccitarlo, ma in realtà senza la dovuta esperienza non è affatto facile, ad ogni modo più si resta calmi evitando fughe, urla o gesti rapidi e meglio sarà. Se si dispone di qualcosa di plastica o metallo portiamolo davanti a noi e quando lo squalo verrà ad esplorare, è probabile che abbandona l'interesse.
SQUALI DEL MEDITERRANEO:
Premesso che molti avvistamenti di squali nel mare Nostrum si sono poi dimostrati delfini che solcavano le acque, oppure squali innocui, nel Mediterraneo vivono circa 45 specie di squali, quasi tutti non pericolosi. Due specie raggiungono dimensioni notevoli: lo squalo elefante che può arrivare a circa 10 metri di lunghezza e lo squalo volpe che può arrivare a circa 6 metri. Entrambi non attaccano l’uomo e si nutrono soprattutto di plancton e piccoli organismi, per cui non sono considerati pericolosi. Comunque tra i più famosi troviamo:
- BIANCO (Carcharodon carcharias)
- MAKO (Isurus oxyrinchus)
- VERDESCA (Prionace glauca)
- MARTELLO (Sphyrnidae)
- GRIGIO (Carcharhinus plumbeus)
- SPINAROLO (Squalus acanthias)
- PALOMBO (Mustelus spp.)
- VOLPE (Alopias vulpinus)
- ELEFANTE (Cetorhinus maximus)
- SMERIGLIO (Lamna nasus)
IN CONCLUSIONE:
Non è difficile comprendere come la loro presenza sia fondamentale per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi e come la loro fama di mangiatori di uomini sia eccessiva. Sono invece necessarie misure di protezione degli habitat, una nuova cultura sull’inquinamento che in Mediterraneo assume una importanza cruciale per tutto l’ecosistema marino, una nuova regolamentazione della pesca e del commercio e infine la più importante di tutte: ovvero aumentare la consapevolezza nelle persone, sulla realtà attorno agli squali.
Personalmente mi immergo da molti anni in tutti i mari del mondo e li ho incontrati diverse volte, di un po' tutte le specie, ma ho sempre fatto fatica anche solo a fotografarli. Invece sembra strano ma è vero, ci sono più pericoli sott'acqua con animali e organismi apparentemente banali e frequenti, continua a seguire le schede e capirai.
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Realizzato con la collaborazione del dott.

Stefano Guerrini
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