ALLENAMENTO PER LA PESCA IN APNEA
Spiegare nel dettaglio questo argomento è piuttosto impegnativo, quindi in questo articolo farò una sintesi e alla fine darò alcune indicazioni su come approfondire.
IL PRIMO ERRORE involontario e comune, nel quale sono incappato anche io, consiste nel fatto che si pensa all’allenamento come un lavoro dove più si fatica, più ci si allena, invece è spesso controproducente. Vediamo perché.
Iniziamo con le caratteristiche fisiche ideali del pescatore in apnea:
- non troppo magro, per evitare problemi di termoregolazione e di apporto energetico; i grassi sono un’ottima fonte di riserva.
- non troppo muscoloso, perché un eccesso di muscoli provoca un aumento del dispendio di ossigeno soprattutto nel lavoro continuativo.
- discreta capacità polmonare che consente una superiore scorta di aria.
- gittata sistolica buona e pressione arteriosa normale o bassa. Parametri che, diminuiscono il consumo di O2.
- mobilità articolare e muscolare, per evitare limitazioni nei movimenti.
- resistenza all’acidosi metabolica prodotta dall’attività intensa.
Chi non ha queste caratteristiche può svilupparle attraverso un allenamento ottimizzato che deve prevedere queste regole:
- frequenza REGOLARE intesa come numero delle sedute. Si deve conoscere quanto tempo potrà essere rispettato con costanza. Non è produttivo allenarsi senza una regolarità.
- durata della seduta di allenamento che dovrà essere rispettata con precisione. Meglio iniziare con un tempo minore che rispetteremo di sicuro, che farlo in modo casuale.
- DURATA DELL’ESERCIZIO: la maggior parte di esercizi - se troppo lunghi o troppo brevi non portano risultati.
- intensità
- TEMPO DI recupero: In base al lavoro e al tempo disponibile ci sarà da gestire il tempo di recupero ideale.
RITMI NECESSARI PER UN MIGLIORAMENTO:
- UN ALLENAMENTO PREMATURO porta ad un calo di prestazione, conosciuta anche come “super allenamento”.
- IL MOMENTO IDEALE è quando si ottiene il massimo.
- ALLENAMENTI DISTANZIATI non producono nessun miglioramento.
PRINCIPALI METODOLOGIE DI LAVORO UTILI:
- allenamento lungo.
- allenamento intervallato.
- allenamento intermittente.
- esercizi di ELASTICITÀ POLMONARE.
- esercizi di MOBILITÀ DEL CORPO.
- esercizi di RESPIRAZIONE.
- esercizi di VISUALIZZAZIONE.
- ESERCIZI DI ADATTAMENTO
- ESERCIZI DI ADDESTRAMENTO
- ESERCIZI DI POTENZIAMENTO.
- ESERCIZI TECNICI.
- ESERCIZI DI SINCRONIZZAZIONE.
L’ALLENAMENTO prevede anche l’analisi di molti parametri personali, come:
- IL TEMPO DISPONIBILE
- LE CARATTERISTICHE fisiche del soggetto.
- IL PUNTO di partenza
- L’OBIETTIVO da raggiungere
- LE ABITUDINI personali
- LE PROPRIETÀ MENTALI
- LE MOTIVAZIONI
- LA DETERMINAZIONE
- LA CONSAPEVOLEZZA DEL LAVORO
- LA CAPACITÀ DI ORGANIZZAZIONE
Ad esempio, un soggetto che tende ad annoiarsi non sarà mai in grado di fare un allenamento costante. Un soggetto fragile, non accetterà mai di unire allenamenti atletici a quelli mentali. Un soggetto che ha molto tempo può pianificare un programma diverso da chi ha poco tempo. Un soggetto determinato può accettare allenamenti importanti e così via.
Semplificando si usa la sola parola “ALLENAMENTO” ma in realtà esistono anche l'addestramento e l’adattamento. Ognuno dei tre termini, ha un suo valore specifico, anche se la finalità di tutti porta verso un miglioramento. Ciò che è importante precisare è che serviranno senza dubbio tutti e tre.
L’ADDESTRAMENTO è utile per riuscire a fare bene qualcosa in modo spontaneo.
L’ADATTAMENTO è la capacità di compiere un gesto con semplicità, senza pagare un conto salato sotto il profilo fisico e mentale.
L’ALLENAMENTO consente di raggiungere la migliore prestazione a patto che siano già consolidati “addestramento e adattamento”.
I TRE PILASTRI DELL’ALLENAMENTO:
- ATLETICO – precisando che con la preparazione atletica si ottiene soprattutto le capacità di resistenza e di recupero.
- TECNICO perché un pescatore in apnea che ha grandi performance ma poca tecnica non riuscirà mai a raggiungere le migliori prestazioni.
- MENTALE perché si tratta di una disciplina dove la mente ha molta influenza nel risultato. Sarà quindi necessario un insieme di controlli che ai meno esperti passano inosservati.
Tutti e tre i pilastri sono importanti ma si deve imparare a connetterli tra loro, pertanto la Sincronizzazione tra atletico, tecnico e mentale fornirà il risultato definitivo.
L’ALLENAMENTO COMPLETO per la pesca in apnea comprende più elementi che determinano il risultato. Il primo passo è individuare dove siamo carenti e investire in tale direzione. Uno dei rischi di chi si allena male è di lavorare con errori, con una logica che sembra assurda ma succede spesso, ovvero ci si allena a sbagliare.
Si potrà individuare la carenza in uno o più elementi principali:
- LA PROFONDITÀ OPERATIVA.
- LA DURATA DELL’APNEA.
- L’AUTO CONTROLLO.
- LA RESISTENZA.
- IL RECUPERO.
- L’ARMONIA CON L’ACQUA.
- L’ELASTICITÀ E FLESSIBILITÀ.
- LA VELOCITÀ IDEALE.
- LA PINNEGGIATA ECONOMICA.
- L’ADATTAMENTO AL LAVORO.
VOGLIO RACCONTARVI UN ESEMPIO: diversi anni fa ho avuto un incidente grave, che mi ha costretto a restare immobile a lungo. Quando sono riuscito a tornare in acqua l’allenamento fisico era ai minimi storici, eppure riuscivo a scendere più o meno alle stesse profondità di prima e con apnee buone. Se fosse stato tutto legato all’allenamento atletico, sarebbe stato impossibile. La prima differenza è stata che dopo mezz’ora ero stanco mentre prima potevo lavorare per 5 ore senza cali di prestazione. La seconda era che dopo ogni tuffo mi serviva il triplo di tempo per recuperare. Allora ho lavorato sulla resistenza e sul recupero e dopo poco ero tornato esattamente come prima.
LA TIPOLOGIA DI ESERCIZI non è la stessa dell’apnea pura che ha studiato dei protocolli specifici per tale necessità. Nella pesca in apnea subentrano altre caratteristiche differenti, per cui gli esercizi cambiano. Si possono effettuare anche in piscina esercizi specifici.
A questo punto se hai compreso quanto sopra descritto potrai capire che non si possono fare tabelle standard sugli allenamenti, perché si rischia di perdere tempo o di peggiorare.
L’ideale sarebbe comprendere tutto, valutare i propri parametri e poi stilare una tabella personalizzata di allenamento.
Se sei interessato, almeno una volta all’anno svolgo uno stage - tra teoria ed esercizi pratici in piscina – con tutte le spiegazioni del caso e la realizzazione di tabelle personalizzate – dopo che ho raccolto i dati di ogni singola persona.
Lo stage si svolge prima dell’inverno con l’obiettivo di migliorare le prestazioni per la stagione successiva.
Se sei interessato scrivimi sui contatti qui ma anche sui social media.
Risponderò prima possibile.
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