L’INGRESSO IN ACQUA, TRA MISTERO E PAURA.

 

5b_mondiale_94.jpg

Nessuno di noi poteva dare una risposta su cosa erano quelle enormi ombre nere in acqua. Subito chiedemmo delucidazioni al nostro barcaiolo che ci disse ridendo che erano foche, le stesse che vedete a terra. Ce ne sono 5.000 intorno a questa punta e come potete vedere non sono tutte sulle rocce! Non sono pericolose ma rubano i pesci appena catturati, quindi dovrete fare attenzione. La breve distrazione non mutò il dilemma su chi entrava in acqua per primo. A differenza di altre volte, in cui non vedi l’ora di entrare per scoprire nuovi fondali, aleggiava un solo pensiero comune: Ma gli squali ci sono? Domandammo subito. E dato che ci sono tante foche, ci sono anche le orche? In tanti anni non ne ho visti molti, ci rispose il nostro amico, ma quando si vedono sono veramente enormi, vengono per mangiare le foche! Il tempo passava inesorabile e nessuno si affrettava ad entrare in acqua, anche perchè era molto torbida, quindi peggiorava lo stato d'animo. Comunque, dato che la gara si svolgeva in quella zona, non ci potevamo tirare indietro. Ci facemmo forza e decidemmo di entrare, ma dato che nessuno voleva essere volontario, decidemmo per un sorteggio.

Come non dirlo, toccò proprio a me scendere per primo. Ricordo ancora mentre mi calavo in acqua reggendomi al bordo della barca, pronto a risalire. Le pinne lunghe erano completamente immerse, poi tutte le gambe, poi il corpo, ma le mani non non volevano staccarsi dal bordo. Renzo con i suoi scherzi maldestri, mi sganciò di forza le mani  e caddi in acqua sprofondando tutto sotto. Era torbido come l’inferno e molteplici ombre nere mi giravano tutto intorno, difficile stabilire se erano foche o chissà cosa! Riemersi facendo finta che ero tranquillo, ma dentro di me c'era una lotta serrata tra il terrore e la voglia di controllarmi! Rimasi con la faccia immersa per guardarmi intorno e per non dae segno di paura ai miei amici, infatti dopo poco, erano in acqua anche loro. La prima discesa fu breve con il cuore che batteva all’impazzata e consumava l’impossibile. Appena sul fondo venivi circondato da tante foche che ti giravano intorno e  ti puntavano verso la faccia, poi a pochi cm si fermano di scatto e sbruffavano bolle d’aria come se volessero comunicare qualcosa con il loro comportamento. Dopo una mezz’ora ci eravamo abituati e non avevamo più paura, anzi era nata spontanea la voglia di toccargli il muso quando arrivavano molto vicine, ma era difficile perché nonostante fuori dall’acqua sono goffe, in acqua sono micidiali per velocità e movimenti aggraziati. L’acqua era gelida ed il mare si muoveva continuamente per la potente risacca. Il primo giorno ci fece subito pensare a come avremmo fatto per 1 mese in tali condizioni, ma dopo qualche giorno ci eravamo in parte abituati. Il fondale era tappezzato di alghe alte e robuste simili a piantagioni di canne da zucchero di colore marrone scuro. In mezzo a queste piantagioni c’erano interi branchi di pesci di varie forme e colori. Spesso dietro alle alghe sbucava qualche foca, che  già avevamo iniziato a studiare con la speranza che potevano indicarci qualche segreto di caccia. Non entravano dentro le piantagioni e probabilmente questo perché rendeva più difficile sorprendere qualche pesce.

Proprio mentre iniziavo ad essere tranquillo, all’improvviso girai un angolo netto di una roccia e mi trovai faccia a faccia con una testa enorme con due occhi grandi come i fanali di un’auto che veniva in agguato dalla mia parte. Il cuore torno a battere forte ed il mio spavento fu lo spavento anche di quel leone marino di circa 500 kg che a momenti mi venne a sbattere contro. Mi ritrovai in superficie con la maschera allagata. Bisognerà abituarsi anche a questo, pensai ed infatti gli incontri divennero più costanti e bastava non perdere l’attenzione e ricordarsi sempre dove eri. Dato però che era più lento delle foche e cacciava in agguato sui bordi della roccia, mi fornì lo spunto per verificare se questa poteva essere una tecnica più efficace.

 

Se non lo conoci ti consiglio questo libro

 

Miniatura video libro

 

CONTINUA con la parte 6 “I PESCI DEL PERÙ”

 

 

TORNA ALL’INIZIO

Social Link

Facebook TwitterLinkedin