Catturare un pesce è da condannare?

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Siamo sicuri che condannare cacciatori e pescatori perché catturano degli animali selvatici - porterebbe ad un mondo migliore?

Ogni organismo è mosso in modo istintivo da due pulsioni naturali “di vita e di morte” che nell’essere umano hanno preso molte direzioni differenti. Qualcuno le prova nella caccia o pesca – qualcuno nel potere, qualcuno nella frustrazione, nella violenza e così via. In questi ultimi decenni sono state prese di mira le attività venatorie, senza tenere conto degli equilibri della natura - perché sarebbe come reprimere il gatto che caccia il topo. Arriveremo a punire il gatto perché caccia il topo? Arriveremo a convincere un lupo affamato a non cacciare? Oppure a condannare l’uomo che mangia proteine animali? Anche se appare paradossale, la tendenza sembra andare in tale direzione. La scienza però ci insegna che l’istinto di un essere vivente è l’insieme di quelle parti che si influenzano a vicenda fino a creare degli equilibri naturali – fondamentali per la sopravvivenza delle specie, tra cui sono compresi gli impulsi.

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L’evoluzione ha permesso agli animali di avere i loro equilibri, garantendo la procreazione e allo stesso tempo la selezione - attraverso la competizione fra conspecifici; l’unico animale dove l’evoluzione naturale non ha garantito l’equilibrio è l’uomo per 3 motivi principali:
1. L’invenzione accelerata di armi che ha permesso di uccidere con molta efficacia, anche i propri simili, causando numerosi conflitti che affliggono la storia umana.
2. L’istituzione di numerosi tabù – la bramosia di diventare perfetti - hanno stroncato l’equilibrio.
3. La politica del potere e della ricchezza senza scrupoli, ha portato alla rovina del pianeta.
Queste sono le principali cause imputabili all’uomo, ma se esso pratica un’attività venatoria, guidato da istinti naturali, catturando delle prede selezionate, ma nel contempo si sente un tutt’uno con le creature e l’ambiente, non può causare danni – anzi al contrario diventa un elemento di equilibrio che in realtà è durato nei millenni fino all’avvento del denaro – il quale ha messo in secondo piano l’istinto, la sfida, la selezione, il cibarsi con la preda. Il fine della ricchezza ha poi sviluppato forme estreme di prelievo non sostenibili e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non sarebbe migliore un mondo dove ci si può procurare il cibo senza alterare gli equilibri? Un mondo dove catturare una preda non comporta distruggere, inquinare, sprecare.
Ritornando agli istinti, il fatto, che non tutte le persone riescono a sfogare gli impulsi alla stessa maniera, spiega il perché a qualcuno viene spontaneo fare qualcosa di opposto ad altri. Tra cacciatori e pescatori è raro apprendere casi di comportamenti anomali, violenze su persone, frustrazioni – grazie al fatto che l’attività venatoria gli permette di sfogare degli impulsi naturali. Al contrario è molto più facile riscontrare comportamenti discutibili, dove regnano stati d’animo poco utili, come la bramosia di potere, l’insoddisfazione, gli estremismi. catturare 47

Questo è il motivo per cui è venuta spontanea la domanda: Siamo sicuri che condannare cacciatori e pescatori porterebbe ad un mondo migliore? Siamo sicuri che chi è contro la caccia e la pesca non nasconda azioni inqualificabili sotto altri aspetti facili da nascondere? Il solo odio che viene manifestato verso chi caccia o pesca ne è un chiaro indizio. Domandiamoci se crescerà meglio un adolescente che impara a vivere in mezzo alla natura anche se poi manifesta l’istinto venatorio - oppure uno che vive nell’illusione di un mondo dove il denaro, il potere, la notorietà, l’estremismo - sono le uniche cose che contano? Purtroppo è vero che oggi a differenza del passato - ci viene spontaneo credere che possiamo cambiare la natura. Questo aspetto che si sta manifestando in modo profondo nella società attuale, potrebbe rivelarsi molto dannoso ai fini degli equilibri.
In conclusione tutti dovremmo capire che abbiamo impulsi differenti che fanno parte degli equilibri. Evidentemente servono tutti questi impulsi differenti, quindi servirebbe maggiore rispetto reciproco e più comprensione.
Non mi sento in colpa nel catturare un pesce selezionato - che poi mangerò con maggiore soddisfazione perché invece di pagare un altro per catturarlo – sono stato capace di farlo per conto mio grazie alla mia abilità ed al massimo rispetto. In questo modo mi sento più integrato con la natura.


Questo articolo è stato realizzato con la preziosa collaborazione del dottore Stefano Guerrini

 

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