LA SCELTA DELLA MASCHERA

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 La maschera è l’interfaccia verso il mare e deve avere alcuni requisiti fondamentali di cui non si può fare a meno – ma è anche un attrezzo molto soggettivo perché ognuno di noi ha una conformazione differente. Il requisito principale che la maschera deve avere è quello di una buona vestibilità che eviti ingressi d’acqua indesiderati. La prova per accertarsi di una buona aderenza è semplicissima e conosciuta da tutti: si appoggia la maschera sul volto senza sistemare il lacciolo di tenuta e si inspira leggermente dal naso. Se la maschera è quella giusta per il proprio viso, non si staccherà, cioè «farà ventosa», come si dice in gergo, in quanto priva di vie d’aria; e siccome dove non passa l’aria non passa nemmeno l’acqua, il gioco è fatto. Accertato che la calzata è giusta, la scelta fra vari modelli è determinata, in ordine di importanza, da: un facciale che non provochi dolori, in modo particolare alla radice del naso; un ridotto volume interno che, in caso di compensazione della maschera, non comporti inutili sprechi d’aria; una buona sagomatura che consenta di prendersi bene le narici nasali onde poter effettuare agevolmente le manovre di compensazione dell’orecchio medio; una buona visibilità dovuta a un campo visivo adeguato. A parità di volume interno, sarà preferibile la maschera con più campo visivo che consente ovviamente di avere una visuale migliore. Il materiale del facciale è generalmente di silicone che dovrebbe essere morbido e confortevole. Anche il peso della maschera può essere importante, specialmente per utilizzi di più ore consecutive.

 

140Durante l’uso, potrebbero verificarsi fastidiose infiltrazioni di acqua non sempre addebitabili alla maschera. Può accadere che per la tensione emotiva, il freddo, una situazione anomala, si formino delle piccole fosse nel viso, ai lati delle guance, chiamate anche rughe d’espressione, che sono determinanti nel parziale allagamento della maschera. Questo spiega il fenomeno di maschere che vestono bene per molto tempo e improvvisamente fanno acqua, infastidendo il subacqueo. Conviene anche controllare che non vi siano ostacoli come i capelli che sbucano dal cappuccio e restano sotto il facciale della maschera, i fili della cucitura del cappuccio stesso della giacca, la maschera che mal posizionata si appoggia non volendo ad una parte del cappuccio creando una sicura via d’ingresso. Converrà sempre cercare di adattare bene il facciale della maschera, muovendolo sul viso come per un leggero massaggio, trovandogli così la collocazione più naturale. Non stringere troppo il lacciolo perché, oltre al rischio di fastidiosi mal di testa dovuti proprio al lacciolo troppo tirato, spesso si crea l'effetto opposto a quello desiderato, ovvero le estremità laterali della maschera si allargano e permettono un più facile ingresso d’acqua. Il lacciolo dovrebbe stare sempre parallelo alla maschera e in posizione centrale rispetto alla testa; posizioni del lacciolo troppo alte o troppo basse tirano obliquamente la maschera che non avrà più una tenuta efficace. Infine, curare sempre la barba che, se è corta e ispida, diventa un alleato delle infiltrazioni. Farsela al mattino prima di uscire in mare è sempre meglio, a patto che non vi siano problemi d’irritazione della pelle. Per chi ha i baffi esiste il vecchio rimedio di spalmarli con crema di vasellina neutra, che funge da sigillante per le infiltrazioni in una zona peraltro molto delicata.

 

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