La storia di Marco Bardi

 

marco 1983

Per puro caso mi ritrovai in acqua con una attrezzatura rudimentale e iniziai a pinneggiare in direzione  di due amici che erano in acqua da diverse ore. La mia idea era quella di fargli uno scherzaccio. Loro non sapevano che io li avrei raggiunti e l'idea di fargli uno scherzo era venuta dalla fidanzata di uno di loro che stufa di aspettarli, mi aveva detto: "Se ti presto tutta l'attrezzatura di scorta che hanno lasciato in auto, li puoi raggiungere e dirgli che me ne sono andata?". Per me lo stimolo era più lo scherzo, la sorpresa e le risate che l'idea di immergermi, ma appena entrato in acqua  rimasi talmente affascinato tanto da dimenticarmi dello scherzo. Invece di sbrigarmi a raggiungerli, mi soffermai ad ammirare i fondali e di pesci, anche se vedevo spesso la ragazza sbracciare e indicarmi dove erano i miei amici. Mentre esploravo con meraviglia c'erano delle padelle luccicanti che entravano ed uscivano da alcuni sassi, ma non sapevo che pesci fossero. Dopo del tempo furono i miei amici ad avvicinarsi a me e quindi tornai alla realtà. Dopo la sorpresa gli dissi che la vicino c'erano dei pesci grandi  "venite a vedere vi ci porto" ma loro si misero a ridere. "Avrai visto un branco di salpe - avevano delle righe gialle?" No erano argentei e con le labbra grandi ed entravano e uscivano dalle rocce, risposi. Appena sentirono labbra grandi, si convinsero e infatti una volta portati nel punto misero a segno diverse catture di saraghi da kg. Io da sopra vedvo la scena e avrei voluto fare altrettanto, ma non avevo il fucile e non sapevo nemmeno come scendere.

marco prima attrezzatura

Pochi giorni dopo avevo già acquistato la mia prima attrezzatura. Dopo una settimana avevo all’attivo già tre uscite in mare bellissime, dove avevo imparato a compensare ed iniziato le mie fantastiche catture con qualche seppia, alcune triglie, tre polpi ed una murena. 

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Purtroppo a smorzare gli entusiasmi ci fu la chiamata al servizio di leva, ma il destino mi riservava sorprese che mai potevo immaginare. Fui assegnato al COM.SUB.IN la caserma dei sommozzatori ed incursori della Marina Militare, presso il Varignano di La Spezia. Un giorno nella sala ricreativa, vidi due ragazzi  che giocavano a biliardo, anzi a dire il vero parlavano appassionatamente e giocavano poco. Mi avvicinai cercando di fare amicizia e mi resi conto che parlavano di pesca in apnea. Uno di evidente accento Sardo e l’altro Napoletano, esprimevano nei loro racconti la passione inconfondibile di chi ama fortemente qualcosa. Rimasi subito colpito sia dall’argomento, che dalla passionalità che esprimevano. Senza farmi troppe domande gli chiesi se potevo partecipare  in quanto anche io ero un appassionato sia di biliardo che di pescasub. Nascosi volontariamente il mio livello di principiante per non essere escluso, ma dopo poco capii che avevo a che fare dei veri esperti. La prova definitiva venne fuori quando il ragazzo Sardo mi chiese: ma tu non hai riconosciuto chi è lui? Alludendo al Napoletano. Io con la massima sincerità risposi di no. 

andrea berardinone

Ebbene quel ragazzone simpatico ed estroverso era il famosissimo Andrea Berardinone uno dei più promettenti atleti della Nazionale Italiana di pesca in apnea. Nei miei pochi giorni di attività non avevo pensato a documentarmi, ma quell'episodio mi fece capire quanto fosse utile, per cui iniziai a cercare ed acquistare di tutto ciò che si poteva leggere per conoscere. In pochi giorni mi sentivo più a mio agio nel dialogare con loro. Tra me e Andrea, nonostante le differenze di livello, nacque subito una sincera amicizia che andava ben oltre la pesca in apnea. Inevitabilmente fui coinvolto dalla personalità di Andrea che trasmetteva entusiasmo con la massima semplicità e si metteva sullo stesso piano di un principiante come me. Andrea, di fatto è stato il mio primo maestro. Dopo lunghe conversazioni avevo acquisito una certa esperienza teorica, ma  non avevamo avuto occasioni di andare a fare esperienze dirette con un fucile in mano. Un giorno Andrea mi disse: se ne hai piacere ti accompagno ad acquistare le attrezzature tecniche, ma ricordati che per raggiungere i risultati dovrai dare importanza anche alla tecnica e molti altri elementi. Ci sarà da lavorare, soffrire, attendere il momento giusto. Da quel momento la mia vita, ha avuto una svolta totale. Senza rendermi conto entrai in un percorso che poi ha condizionato tutte le mie scelte  future. Volontà e grinta sono elementi che mi appartengono, come disciplina e pazienza, che già avevo affinato con altri sport e nella scuola della vita. Andrea venne congedato 6 mesi prima di me ed io continuavo a seguirlo sulle riviste. Conclusi il servizio militare e appena rientrato, parlai subito di tutto questo con mio zio, PAOLO CARNICELLI uno dei primi Istruttori Federali uscito dalla scuola di DUILIO MARCANTE, il quale era anche un sommozzatore dei vigili del fuoco. Mi consigliò di iscrivermi ad una Società Sportiva, dove partecipai subito alle prime competizioni.

marco e Rispoli

ALESSANDRO RISPOLI è stato il mio primo compagno di pesca e mi ha insegnato molto. Lui probabilmente aveva capito subito, che in quel ragazzo, si nascondeva un buon potenziale agonistico e mi ha voluto subito in squadra. Ha saputo equilibrare i miei esuberi con i suoi preziosi consigli e mi ha fatto conoscere molti segreti del mare, facendomi guadagnare tempo e fatica. In quel periodo giunse la convocazione nella squadra ufficiale per i Campionati Italiani per Società a Latina Foce Verde ed ero perplesso oltre che emozionato. Alessandro Rispoli con un sorriso sornione mi disse che secondo lui avrei fatto grandi risultati negli anni a venire. Così mi ritrovai in quella mattina di Giugno, in mezzo ad un grande numero di atleti provenienti da tutta Italia. Ad un certo punto vidi Andrea in mezzo ad un capannello di atleti che lo ascoltavano incuriositi. Non vedevo l’ora di fargli una sorpresa, ma mi fermai ad ascoltare in mezzo al gruppo. Ad un certo punto il suo sguardo passò dalle mie parti e lo vidi fermarsi e smettere di parlare. Mi guardò per qualche secondo, poi esordì con:  "Uee Marcolì che fai a cà? Non ci posso credere, ti lascio per pochi mesi e sei già qui! Merito tuo gli dissi mentre lo abbracciavo. E’ stata una delle più grandi soddisfazioni della mia vita e credo che anche Andrea ne fosse stato fiero. Ancora adesso dopo molti anni riesco a rivivere in maniera nitida  quelle sensazioni e mi emoziono. Ero in mezzo a tanti Campioni e fino a poco tempo prima ero uno che di pesca in apnea non ne sapeva niente, ma non sapevo che era solo l'inizio.

03 storia

L’anno successivo vinsi il Campionato Sociale e poi quello Provinciale, inoltre vinsi anche nei campionati Regionali che erano una sorta di campionato nazionale in quanto a quei tempi la Toscana era la scuola più afferamata in Italia. Volevo incontrare di nuovo Andrea, ma questa volta ai Campionati Assoluti e infatti conquistai anche la qualificazione dalle selettive. Ero lanciatissimo e in tanti parlavamo di me come un talento, ma io sapevo che il percorso era ancora lungo, ma la mia  determinazione mi ha sempre sostenuto. Quello che non potevo immaginbare e che ha segnato la mia vita è che non avrei mai più rivisto Andrea che purtroppo rimase vittima di un tragico incidente, subito dopo. Per me fu un duro colpo, scompariva un grande amico e un punto di riferimento.  Andrea voleva vincere un Campionato Assoluto ed invece era giunto 2 volte consecutive secondo e tutti dicevano che sarebbe stato il suo anno, ma purtroppo non c'era più. Allora gli feci la promessa che lo avrei vinto  per lui. Sembrava un obiettivo impossibile, ma qualcosa dentro di me mi faceva sentire che potevo farcela. La mia grinta  mi portò ad effettuare risultati sorprendenti. Partecipai al mio primo campionato Assoluto a Palau, dove feci un discreto risultato anche se aveo poca esperienza. Ricevetti i complimenti di alcuni veterani come Marcozzi, Fagiolari, Cappucciati e per me ebbe un significato importantissimo, ero un ragazzino pieno di entusiasmo e ogni occasione era buona per caricarmi ancora di più. Un’annata da incorniciare, un sogno che si avverava, mi sentivo al settimo cielo. Conobbi  anche Campioni come Toschi, Molteni, Mazzarri, Lo Baido e tanti altri, feci delle bellissime esperienze. Al rientro stravinsi i Campionati Toscani.  Continuai la scalata di risultati  e poco dopo conquistai  uno stupendo 4° posto ai Campionati assoluti di Marzamemi che significò anche la convocazione in Nazionale. Anche in quel Campionato una delle soddisfazioni più grandi venne da Riccardo Molteni, un Campione che fino a quel momento consideravo un mito irraggiungibile, ed adesso mi faceva i complimenti in pubblico elogiando la mia prestazione. Un bellissimo gesto che ho sempre apprezzato molto con una stima reciproca che è rimasta invariata nel tempo. Nel 1988 L’allora Capitano  della Nazionale Gianfranco Giannini mi convocò a tutte le gare della stagione con la Nazionale, affiancando i Campioni del momento e vincemmo tutte le gare compreso il Campionato Euroafricano di Favignana.  

 

1988 SAN TEODORO B

Al Campionato Assoluto successivo, quello di San Teodoro, arrivai 3° dietro a Molteni e Carlo Gomez, battendo addirittura i miei compagni di Nazionale. Ricordo con molto orgoglio che anche il capitano Giannini mi fece i suoi complimenti e in confidenza mi disse: bravo Marco, ti ho dato fiducia e mi hai ripagato più di quanto mi aspettavo, sono sicuro che questo è l’inizio di una lunga carriera. L’anno successivo finalmente diventai Campione Italiano Assoluto nei mari di Santa Maria di Leuca e mi resi conto di ciò che avevo raggiunto. Dedicai quel titolo ad Andrea ed in un momento di riflessione ebbi una strana sensazione, come mi fossi liberato da qualcosa ma allo stesso tempo, qualcosa di inconscio mi diceva che non era finita, dovevo andare avanti. Da allora ho collezionato numerosi successi in campo Nazionale ed Internazionale. Nel 2000 vinsi il mio ultimo titolo assoluto e poi dovetti ritirarmi  a causa di un incidente. Poi sono tornato a gareggiare  vincendo anche il titolo Italiano per società e la Champions League in Grecia, ma qualcosa era cambiato e sentivo che era giunto il momento di smettere, pertanto presi l'amara decisione e conclusi la mia carriera in bellezza, subito dopo l'ultima vittoria. Quando guardo il mio album dei ricordi, dove ho collezionato foto ed articoli, non ho bisogno di leggere, perchè ho tutto  memorizzato nell'archivio della mia mente, certe volte faccio un riavvolgimento rapido di quelle memorie e le rivivo con il pensiero. E' stato così bello ed intenso che non potrei mai dimenticare nemmeno un dettaglio. Non ho molti rimpianti, forse qualcuno come sempre accade, ma alla fine direi che il bilancio è più che positivo. Non potevo chiedere di più.

Se vuoi capire come affrontare  il tuo miglioramento ti cvonsiglio questo libro (magari lo avessi potuto leggere anche io durante la mia crescita - avrei guadagnato anni per capire alcuni meccanismi)

LA FORZA DEL CONTROLLO

 

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